Junker Yu 87 Stuka

UN PO’ DI STORIA

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Uno degli aerei più conosciuti durante il secondo conflitto mondiale è senz’altro il bombardiere tedesco Junkers Yu 87 meglio conosciuto come “stuka” abbrevviativo della più lunga denominazio tedesca Sturzkampfflugzeug letteralmente “aereo da combattimento in discesa”.
Conosciuto alla maggior parte dei profani è il caratteristico suono che emetteva durante la fase di picchiata con le cosi dette “trombe di Gerico” speciali sirene montate sui carrelli, che per effetto del vento, producevano un suono stridente che aveva lo scopo di seminare il panico nel nemico.
Le caratteristiche principali che contraddistinguono lo Stuka sono le ali di gabbiano invertite, o a doppia “V”. L’intero bordo d’uscita era occupato da un sistema di ipersotentatori e alettoni a doppia fessura.
Le grandi carenature “a calzone” che ricoprivano i carrelli fissi lo rendevano facilmente riconoscibile dalle successive versioni.(foto di presentazione)
L’equipaggio era sistemato in tandem con il sedile posteriore posizionato in modo opposto al senso di marcia e da un’ampia cabina vetrata. Nel primo anno del conflitto lo stuka divenne un’arma letale sopratutto contro carri armati, navi, fortificazioni, ponti.
Le principali aree in cui operò furono la Polonia, Norvegia e la Francia, ma ben presto divenne vulnerabile nei confronti del più versatile caccia inglese “Spitfire” finendo così la sua carriera lungo il fronte orientale. Durante la battagli d’Ingliterra vennero abbattuti circa 2.000 velivoli fra caccia e stuka. Prima del conflitto, il prototipo dello Stuka, montava un motore Rolls-Royce Kestrel da 640CV, mentre successivamente venne sostituito con un Jumo 210CA sempre da 640CV che azionava un’elica tripala. L’armamento che diponeva erano tre mitragliatrici da 7,9mm, di cui una disposta sul retro manovrata dal copilota, mentre sotto le ali e alla fusoliera poteva portare diverse combinazioni di bombe variabili dai 50, 250, 500 e fino a 1.000 Kg.

Nel 1937 entrava in produzione la prima serie dello Ju 87A-1 con circa 200 esemplari con una motorizzazione da 680CV.

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Nel 1939 gli esemplari furono destinati ad unità d’addestramento e sostituiti con lo Ju87B, che si differenziava esteticamente da un alleggerimento delle carenature del carrello e da una motorizzazione più potenete ben 1.200CV, ad iniezione diretta che lo rendeva capace di poter effettuare manovre acrobatiche.
Inolte la serie B montava un sistema automatico della picchiata collegato agli aereofreni che davano inizio alla manovra che poteva ragiungere un’angolo di 90° ed utilizzando solo gli alettoni per correggere la traiettoria finale per poi riporta l’apparecchio ad una quota prestabilita mediante l’altimetro. Uno dei difetti derivanti dal bombardamento in picchiata era quello di raggiungere accelerazioni fino a 6 G che gravavano sul fisico del pilota che per differenza di deflusso del sangue dal cervello alle estremità inferiori proprio coincidente con lo sgancio della bomba e la successiva cabrata per riacquistare quota, proprio a questo punto che il pilota poteva perdere i sensi. Nella primavera di quest’anno che il forte impiego di questo dispositivo bellico che ebbe un notevole successo contro la Polonia, celebre fù la battaglia svoltasi presso la stazione ferroviaria di Piotrkòw in cui lo Stuka disrtusse un’intera divisione nemica. Per poi passare contro la Norvegia pre poi proseguire con la Francia. Ma questo breve successo fù dovuto principalmente ad una opposizione quasi nulla da parte degli avversari. E’ con la battaglia D’inghilterra che in un confronto diretto con un velocissimo e manovrabile caccia inglese “Spitfire” che la situazione cambiò drasticamente. Nel 1941 avvenne il dispiegamento verso altri fronti, come quello Mediterraneo con il conflitto e la conquista della Yugoslavia e della Grecia dove le navi britanniche ebbero la peggio, per poi proseguire con quello sovietico. La Germania fornì all’Italia circa 50 esemplari del tipo Ju 87R2 nei primi mesi del 1939 che forono schierati nel’40 in sicilia per contribuire alla battaglia contro Malta divenuta base navale inglese. Tale versione era di grande autonomia e dotata di serbatoi sub alari della capacità di circa 300 litri. L’italia ricevette complessivamente 159 esemplari tra le versioni B2, R2-5 e D3.

CARATTERISTICHE TECNICHE

  • Tipo biposto da bomardamento in picchiata e d’assalto
  • Pesi a vuoto: 3.900 kg
  • a pieno carico: 6.600 kg
  • Motore Jumo 211J-1 da 12 cilindri a “v” invertito da 1.410 cv
  • Dimensioni apertura alare:13,80 m
  • superficie alare: 31,90 m
  • lunghezza: 11,50 m
  • Armamento 2 mitragliatrici MG 17 da 7,92 mm sulle ali
  • 2 MG 81Z da 7,92 mm sul retro dell’abitacolo
  • 1.800 kg di bombe
  • Prestazioni velocità massima a 3.840m: 410 Km/h
  • quota operativa: 7.290 m
  • raggio d’azione: 1.530 km

IL PILOTA

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Il più celebre pilota della Luftwaffe fù senz’altro Hans Ulrich Rudel, che combattè esclusivamente sul fonte russo. Anche se venne abbattuto ben 30 volte, compì più di 2.530 missioni con la distruzione di circa 519 carri armati sovietici. Ricordimo inoltre l’affondamento della corazzata sovietica “Marat” con una bomba da 1.000 kg. Stalin mise una taglia di ben 100.000 rubli per chi avesse abbattuto l’asso tedesco.

LE COLORAZIONI

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1 comment


  1. Vanni

    Ben fatto. Un’artcolo simile, ma dedicato al Macchi C 202 sarebbe apprezzato…

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